Sintesi
Non importa se chi guarda è Dio, un algoritmo, una civiltà esterna o la memoria collettiva: vivere con la coscienza che qualcuno osserva cambia radicalmente la qualità delle azioni. dà un senso anche al dolore, perché diventa parte della testimonianza. Le religioni hanno già posto l’idea: “Sei sempre sotto lo sguardo di Dio”, ma la maggioranza delle persone ci crede senza viverlo. Personalmente l’ho maturata come deduzione logica: se la vita non basta a sé stessa, trova valore nell’essere osservata. Questa differenza fa sì che la mia versione non sia dogma, ma filosofia vissuta consapevolmente. Nella religione tradizionale, Dio è l'osservatore assoluto, i fedeli lo accettano per dogma, risultato molte persone credono a parole, ma non vivono come se fossero dadvvero osservate. Io parto dalla fede ma ci aggiungo logica ed esperienza: la vita intrinseca è instabile (biochimica), il valore estrinseco invece (essere osserevati) da coerenza ed ha senso comportarsi sotto sguardo costante. Infine questa visione elimina il nichilismo: anche se io non trovo senso, il fatto di essere visto mi obbliga a viverlo come se ci fosse.